Grandine e fotovoltaico: danni invisibili e assicurazione
I pannelli fotovoltaici resistono alla grandine? Quali danni può causare e come intervenire in caso di una grandinata intensa sul nostro impianto fotovoltaico? Vi diamo qualche informazione e dei consigli su come intervenire: l’importante è non aspettare.
Eventi atmosferici con grandine e non solo: i numeri di Legambiente
Gli eventi atmosferici estremi non stanno diventando solo più frequenti, ma hanno anche intensità e violenza eccezionali. Improvvisi temporali si abbattono sempre più spesso con trombe d’aria e grandine in ogni località. Lo vediamo e ce lo confermano i principali istituti e associazioni come Legambiente, che tramite il suo Osservatorio nazionale CittàClima indica i numeri e la mappa di quanto sta accadendo al clima.
“Dall’inizio dell’anno al 19 luglio 2021 si sono registrati in Italia 208 fenomeni meteorologici intensi.”
(fonte: Assinews quotidiano assicurativo)
Danni sugli impianti fotovoltaici: visibili (rotture) e occulti (microcracks)
Se i temporali sono particolarmente intensi, negli impianti fotovoltaici possono provocare danni di natura:
- meccanica – grandine ➜ rottura di moduli (danni visibili) e microcricche nelle celle (danni invisibili)
- meccanica – vento ➜ danni a moduli, strutture e immobili
- elettrica: fulminazioni dirette e indirette dei principali componenti di impianto ➜ danni a moduli, inverter, quadri di stringa, cabine elettriche, diodi di bypass
In questo articolo vogliamo approfondire i danni alle celle provocati dalla grandine in quanto senz’altro sono i più difficili da scovare. Infatti, essendo invisibili, le microcracks non possono essere rilevate tramite una semplice ispezione visiva, ma è necessario ricorrere ad analisi strumentali.
La ricetta di MRP: verifica e conteggio dei moduli danneggiati da grandine
Nel 2017 MRP ha introdotto in Italia tecniche e procedure avanzate per l’analisi approfondita dei danni post grandine. Ogni anno infatti numerosi impianti vengono colpiti da grandinate più o meno violente.
Spesso quando veniamo contattati, in impianto si contano diversi moduli fotovoltaici con vetro rotto (in media tra 1%-8%). Ma come sono fatti i moduli? Molti dei pannelli fotovoltaici presenti negli impianti sono realizzati con un singolo vetro frontale con spessore di 4mm o 3.2mm. Negli anni poi le celle usate dai produttori sono diventate anch’esse sempre più sottili, tutto in un’ottica di ottimizzazione e riduzione dei costi.
Tutto a discapito della resistenza meccanica del modulo, o meglio, delle celle. Queste, infatti, possono danneggiarsi a seguito di un impatto da grandine che magari non rompe il vetro, ma provoca lesioni alla cella, appunto dette microcracks.
Oltre ad ispezione visiva e termografica, le tecniche che utilizziamo nei casi di impianti con danni da grandine sono l’analisi con elettroluminescenza EL e la fluorescenza UV-f. Entrambe queste analisi vengono eseguite al buio, di notte, e direttamente in impianto senza bisogno di smontare i moduli, riducendo tempi e costi di intervento e analisi.
In una sola notte i nostri tecnici sono in grado di ispezionare oltre 4’000 moduli, con analisi e classificazione sul 100% dei moduli seguendo molteplici criteri di valutazione.
Il tempo è fondamentale: intervenire subito a seguito della grandinata
La tecnica di analisi con fluorescenza UV-f risulta molto efficace grazie alla sua praticità e rapidità, e consente di distinguere le cricche di formazione recente. Dopo un impatto da grandine le lesioni (microcracks) che possono formarsi nella cella, a lungo andare possono provocare:
- hot spot
- sottoperformance nel modulo / impianto
- bave di lumaca
Con le nostre procedure di analisi siamo in grado di rilevare i danni da grandine nei moduli fotovoltaici e stabilire se queste siano o meno compatibili con la grandinata appena avvenuta.
[idea]È fondamentale intervenire in tempi brevi dopo l’evento atmosferico; questo perché i fenomeni chimici che osserviamo con l’analisi UV-f proseguono nel tempo (reazioni tra incapsulante e ossigeno), quindi più le settimane passano e meno l’analisi risulta efficace.[/idea]
Quando gli impianti sono coperti da polizze assicurative che intervengono in caso di danni ai moduli è fondamentale non attendere fenomeni più gravi (come appunto hot spot e sottoperformance) per 2 motivi:
- hot spot e degradi nella performance si manifestano dopo molti mesi dall’evento atmosferico. Nel frattempo il vostro impianto lavora in modo non ottimale e quindi determina una riduzione nella produzione che lentamente progredisce nel tempo.
- oltre un certo termine potrebbe non essere più possibile attivare il sinistro per l’evento atmosferico che ha determinato il danno nei vostri moduli.
La mappa che vi proponiamo di seguito è il risultato di una recente analisi su impianto da c.ca 2MWp di potenza, ispezionato in sole 2 sessioni notturne di analisi. Per ciascun modulo è stata assegnata una classificazione in base alla presenza di danni (cricche) compatibili con la grandine.
Articolo a cura di Giovanni Guiotto e Mark Rossetto – MRP Srl
Novembre 2021